Meno male che c'è Mentana
dic 062016Premetto che non sono certo io quello della foto... in una situazione del genere non mi sognerei nemmeno lontanamente di tenere acceso il televisore! Tuttavia bisogna dire che la presenza di Enrico Mentana in TV è sempre ben gradita perché agisce come un potente digestivo anche nei momenti più tristi della vita quotidiana, soprattutto quando si parla di politica.
Enrico Mentana, spesso soprannominato "chicco" per esaltare la sua memorabile simpatia oppure anche "mitraglietta" come lo chiamavano ai tempi in cui era conduttore del TG5 per via del suo modo di "sparare" notizie a raffica intervallate spesso da pause ed eloquenti mimiche facciali che non lasciavano dubbi in merito alle sue opinioni, oggi è indubbiamente il personaggio televisivo più gradito nel mondo dell'informazione televisiva, ed è proprio per questo motivo che frequentemente lo si vede anche invitato come opinionista in moltissimi talk-show. Le sue imperdibili maratone notturne riescono a tenere gli occhi aperti a migliaia di telespettatori perché garantiscono sempre momenti di puro divertimento nonostante la stanchezza e le atrocità della politica italiana del nuovo millennio.
E anche stavolta l'ultima sua maratona televisiva, quella in occasione del quesito referendario del 4 dicembre, ha contribuito ad addolcire l'amara pillola del desolante panorama politico a cui abbiamo dovuto assistere negli ultimi due mesi. Francamente una campagna referendaria così velenosa e ripugnante non credo di averla mai vista in vita mia! L'importante è constatare che anche stavolta è stato ribadito in modo inequivocabile il concetto che "la sovranità spetta al popolo" italiano, come recita l'articolo n.1 della nostra Costituzione e che pertanto la politica è, e DEVE rimanere, a servizio dei cittadini e NON viceversa!
Ma c'è una cosa che mi ha fatto riflettere in modo particolare: il quesito referendario diceva che le modifiche alla Costituzione che sono state appena "bocciate" dagli italiani erano in parte finalizzate al "contenimento dei costi delle Istituzioni". Però io oggi mi accorgo che c'è voluto un referendum per respingere quello che ha cercato di fare il Governo negli ultimi tre anni. Costo del referendum (che comunque era previsto): circa 300 milioni di euro. Ma a questo punto anche tutto il lavoro fatto dal Governo, dalla Camera dei Deputati e dal Senato della Repubblica per apportare le modifiche alla Costituzione non è servito a nulla... Ma tutto questo lavoro si traduce anche in costi (inutili) delle Istituzioni, centinaia di giornate di lavoro di Parlamentari, Ministri, Commissioni, Giuristi, Inservienti, Assistenti, Segretari, Sottosegretari, ecc. che non sono servite proprio a niente... E quindi qual'è stato il costo di questa inutile impresa "titanica"? Non è dato saperlo, ma ho paura che anch'esso sia stato altrettanto... "titanico".
Mi accorgo anche che l'attuale legge elettorale (l'Italicum) è "inutilizzabile" e deve essere assolutamente cambiata perché è stata "pensata" ipotizzando che la riforma costituzionale diventasse effettiva (cioè hanno studiato e approvato una nuova legge elettorale che non contempla il Senato senza sapere ancora se gli italiani avrebbero accettato la riforma costituzionale, in pratica l'apoteosi di un delirio). Avevano detto che questa riforma sarebbe diventata un esempio per gli altri Paesi d'Europa e invece adesso bisogna alienarla senza averla mai applicata nemmeno una volta. E secondo voi qual'è stato il costo di quest'altra inutile impresa "titanica" del nostro Governo?... Non è dato saperlo.
Ho notato pure che prima di diventare "Premier" Renzi andava in giro per l'Italia con un camper per cercare consensi. Appena è diventato Presidente del Consiglio dei Ministri ha subito noleggiato da Etihad un nuovo e grande aereo presidenziale, un quadrimotore Airbus A340, per poter viaggiare senza scalo sulle tratte intercontinentali. E quanto ci costa questo gigante dei cieli?!... Qualcuno dice che alla fine ci costerà circa 160 milioni di euro, ma io non ci credo... Ergo: non è dato sapere manco questo!
E infine: questo Governo ha prodotto anche una nuova legge sul lavoro per promuovere le attività produttive, il famoso "jobs act", che avrebbe dovuto risollevare il mercato del lavoro e che invece ha solo prodotto l'abuso di una aleatoria forma di pagamento chiamata "voucher", un magico strumento per legalizzare il lavoro nero e inquinare le statistiche ISTAT sull'occupazione. Nello scorso luglio la CGIL ha raccolto 3 milioni e 300 mila firme per richiedere nel 2017 un referendum abrogativo di alcune norme del decreto Poletti:
1) Abolizione dei voucher. Il 2015 ha visto un boom dell'utilizzo dei voucher (115 milioni), i famosi 'ticket da mini-impieghi', inventati per cercare di regolamentare le piccole mansioni pagate sempre di meno. La CGIL vuole cancellare i voucher perchè non combattono il lavoro nero, anzi lo alimentano!
2) Licenziamento illegittimo. Secondo la legge vigente un licenziamento ingiustificato prevede il pagamento di un'indennità che cresce con l'anzianità di servizio con un minimo di 4 ed un massimo di 24 mensilità. La CGIL chiede il referendum per il reintigro nel posto di lavoro (in sostanza il ripristino dell'articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori).
3) Ripristino della responsabilità solidale negli appalti. Si chiede l'abrogazione delle norme introdotte dalla Legge Fornero che limitano la responsabilità solidale degli appalti e sub-appalti volendo così difendere i diritti dei lavoratori coinvolti nei processi di esternalizzazione.
In pratica anche il "jobs act" non ha portato i risultati che molti si aspettavano e ha pesantemente distorto il mercato del lavoro (soprattutto quello dei giovani) indirizzandolo verso la più triste, oscura e prolungata precarietà. E quanto ci è costato questo fallimentare decreto?... Boh, e chi lo sa? E vogliamo parlare anche del decreto "salva-banche", della finta abolizione di Equitalia e della "buona scuola"?... No, meglio fermarci qui, altrimenti vi assicuro che il disgusto prenderebbe il sopravvento. Consoliamoci col taglio dell'IMU e della TASI sulla prima casa, con gli 80 euro per i "non troppo poveri", le "mance" sulle pensioni più basse, i discutibili "annunci" sui tagli dell'IRAP e dell'IRES e i bonus (bebè e i neo-maggiorenni) per i quali il povero Ministro Padoan è stato costretto a passare numerose notti in bianco per trovare i fondi e per mettere i soliti "paletti"... E meno male che non bisogna pagargli pure gli straordinari!
La strategia è sempre la stessa: per trovare consensi si scrive una finanziaria che distribuisce "mance" al popolo e che poi verranno riassorbite dalle prossime finanziarie, scadenze che inevitabilmente cadranno sotto un altro Governo e che quindi verrà criticato da quello precedente... Si chiama "eredità scomoda". E se il Governo successivo non riuscirà a trovare fondi per "tamponare" questa eredità? Semplice, scattano le famose "clausole di salvaguardia" che garantiscono le coperture di queste "mancette" con i soldi dei risparmiatori, cioè noi. In pratica prima ci becchiamo le "mance" che ci fanno sembrare che qualcosa in Italia sta cambiando in meglio, ma poi dopo qualche anno queste mance bisogna sempre ridargliele (e con gli interessi) sotto forma di aumento dell'IVA, delle accise sui carburanti, e magari anche con qualche nuova tassa che spunta all'improvviso. L'alternativa rimane quella di "svendere" i nostri gioielli di famiglia facendo diventare così gli italiani sempre più poveri nei confronti dei cittadini degli altri Paesi che se li comprano... Fico no? Abbiamo cominciato alla fine degli anni '80 con la "svendita" dell'IRI, ma poi questo processo non si è MAI arrestato.
Ma allora, in definitiva, quanto ci è costato questo "mitico" Governo Renzi che in tre lunghi anni di spese inutili e con milioni di parole recitate ad arte dai suoi esponenti ha dato l'impressione di essere l'unica "fonte di saggezza" su questo pianeta e che invece oggi non sembra essere riuscito a produrre assolutamente nulla di concreto e tangibile per risolvere i veri problemi di questo straordinario Paese? Beh, io mi limito a fare questa domanda, sta a voi ragionarci su se volete darvi una risposta. E meno male che volevano contenere i costi delle Istituzioni...
E comunque c'è poco da stare allegri: se la massiccia affluenza e il risultato del voto del 4 dicembre dimostra la chiara volontà del popolo italiano di riprendersi la sovranità in questo Paese, sarà presto evidente che all'attuale classe politica italiana non glie ne frega proprio una beata minkia (famosa citazione di Cetto Laqualunque), vale a dire che i politici continueranno sfacciatamente a fare i loro sporchi interessi e i loro vergognosi giochini di partito per accaparrarsi il potere fregandosene altamente di come sarà il futuro dell'Italia, del resto quello che hanno sempre fatto negli ultimi quarant'anni. Sono pronto a scommetterci! Evviva Mentana!!!